giovedì 23 dicembre 2010

Gli effetti del sacrificio Eucaristico


tratto dalla "Somma di Teologia dogmatica" di padre Giuseppe Casali




TESI - Il Sacrificio della Messa non è solo di adorazione e ringraziamento, ma ancora impetratorio e propiziatorio per i vivi e i defunti.


E’ DI FEDE


dal Conc. di Trento (D. B. 950). «Se alcuno dirà che il Sacrificio della Messa è soltanto di lode e di ringraziamento, o una nuda commemorazione del Sacrificio compiuto sulla Croce, e non propiziatorio; o che giova a colui solo che lo riceve, nè si debba offrire per i vivi e defunti, per i peccati, le pene, le soddisfazioni e le altre necessità, sia scomunicato».


SPIEGAZIONE: Questi quattro effetti del Sacrificio Eucaristico, corrispondono ai quattro fini della Religione e della Redenzione.
I primi due e cioè l’adorazione (sacrificio intrinseco) e il ringraziamento (eucaristico) sono relativi a Dio cui Gesù nell’Eucaristia dà una infinita lode e ringraziamento.
I secondi due e cioè la propiziazione e l’impetrazione sono relativi all’uomo.
Infatti per la immolazione di Gesù, Dio viene reso propizio, cioè placato dei peccati, di cui elargisce il perdono, e come dà questo beneficio più grande, più ancora è disposto a concedere le altre grazie per la impetrazione che offre per noi Gesù.
Perciò nella parola «propiziatorio» usata dal Concilio, è compreso pure l’effetto «impetratorio», che del resto viene meglio determinato dalle parole che seguono. Questa propiziazione poi non si limita al solo sacerdote o ai fedeli viventi, ma ancora ai defunti che sono nella Chiesa purgante.


PROVA:


A) - DALLA CONNESSIONE DEL SACRIFICIO DELLA MESSA CON QUELLO DELLA CROCE. Nella tesi precedente abbiamo veduto, insieme alle differenze, l’identità sostanziale della Messa col Sacrificio della Croce. Se identica è la Vittima, il Sacerdote, identici sono pure i fini, per cui il Tridentino dichiara: «i frutti di questa oblazione cruenta si ricevono abbondantissimamente per mezzo di questa» (la Messa).


B) - LA SCRITTURA dichiara espressamente il valore propiziatorio: «Questo è il mio sangue, che viene sparso per molti in REMISSIONE DEI PECCATI».
Gesù pronunciava queste parole proprio nella istituzione del Sacramento eucaristico.


C) - I PADRI. S. Cirillo di Gerusalemme (Cat. Myst. 5,8) in una frase mostra il valore propiziatorio per la remissione dei peccati e impetratorio per la pace: «Su quella ostia di propiziazione scongiuriamo Dio per la pace comune della Chiesa».
S. Agostino (Quaest. in Lev. 57) fa un confronto coi Sacrifici dell’Antico Testamento, figura della Messa: «In quei Sacrifici del V. T. era significato questo solo (Sacrificio) nel quale avviene la vera remissione dei peccati».


D) - TUTTA LA LITURGIA della Messa è piena di espressioni che esprimono l’adorazione, il ringraziamento, la propiziazione e l’impetrazione: «offrono questo Sacrificio di lode.., per la redenzione delle loro anime». Anche in tutte le orazioni del giorno o si ringrazia o si loda il Signore, o si chiedono grazie, o si invoca l’eterno riposo per i defunti.


Come si producono questi effetti


La Messa produce i suoi effetti in due modi:


1) ex opere operato;


2) ex opere operantis.


1) EX OPERE OPERATO, cioè come spiegammo di per sè indipendentemente dall’opera di chi vi partecipa. Non però nell’identico modo come avviene nei, Sacramenti, i quali agiscono come causa strumentale. Qui invece gli effetti sono prodotti dalla dignità della cosa offerta e dell’offerente principale.
Dice il Conc. di Trento (D. B. 939) che «questa monda oblazione è tale che non può venire inquinata da nessuna indegnità o malizia degli offerenti».


2) EX OPERE OPERANTIS sono quei frutti che provengono per il merito, del Sacerdote celebrante o dei fedeli.
In conseguenza:


a) L’effetto Latreutico ed eucaristico si ottiene ex opere operato infallibilmente e immediatamente mediante il Cristo.


Infatti essendo questi due fini relativi a Dio hanno per parte del Cristo il completo adempimento con una perfettissima adorazione e ringraziamento di valore infinito.
Per parte loro IL SACERDOTE E I FEDELI possono unire al Sacrificio la loro adorazione e ringraziamento ex opere operantis, quindi più o meno grande, secondo le loro disposizioni.


b) L’effetto propiziatorio ex opere operato si ottiene in modo diverso.
Esso si ottiene INFALLIBILMENTE e IMMEDIATAMENTE per parte di Cristo come placazione della divina Giustizia.
Si ottiene pure INFALLIBILMENTE e IMMEDIATAMENTE, almeno in parte secondo il beneplacito divino e le disposizioni di colui per cui si offre, la remissione della pena temporale dovuta ai peccati.
Invece si ottiene MEDIATAMENTE e NON INFALLIBILMENTE, quatunque «ex opere operato» riguardo ai peccati, sia mortali che veniali.
Mediatamente perchè gli aiuti della grazia che ci provengono dalla Messa dispongono al pentimento dei peccati, ma per toglierli «ex opere operato» è necessaria la Confessione o un altro Sacramento dei vivi, che per accidens diventa dei morti per chi ha il peccato mortale, nei casi spiegati; «ex opere operantis» è necessaria la carità perfetta.
Non infallibilmente perchè nonostante che il peccatore nella Messa riceva le grazie per far penitenza tuttavia può rifiutarle.


c) L’effetto impetratorio si ottiene ex opere operato, ma per modo di impetrazione, quindi non infallibilmente.
Così, secondo una sentenza comune.
Infatti il Conc. di Trento oltre a dichiarare che si offre per i peccati, aggiunge che si offre pure «per le altre necessità». Quindi Gesù invoca il Padre per queste necessità spirituali e anche temporali che siano ordinate alla salvezza eterna. Per parte di Gesù la preghiera viene certo esaudita, però sono necessarie per parte dell’uomo alcune condizioni che a volte possono mancare e rende così la impetrazione inesaudita.
Da quanto abbiamo detto si vede che oltre la parte «ex opere operato», per ogni effetto, vi è un’altra parte «ex opere operantis» con cui può essere aumentato il frutto dal celebrante e dai presenti al Sacrificio, e dalle preghiere di tutta la Chiesa.


d) Gli effetti della Messa sono di valore infinito per parte della vittima e del principale offerente che è Gesù; sono invece limitati nella loro applicazione.
Infatti se ogni azione di Gesù, Verbo Incarnato ha un valore infinito, è chiaro che l’applicazione è finita, non solo per la limitatezza della creatura, ma ancora per le disposizioni con cui riceve il frutto.
Dalla Messa derivano tre frutti:


1 - Un frutto generale che si estende a giovamento di tutta la Chiesa Militante e Purgante.


2 - Un frutto speciale che và a coloro per cui si offre.


3 - Un frutto specialissimo che va al Sacerdote che la celebra.



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